A ovest del tempio di Hathor, sorgono due "case della nascita" o mammisi, secondo la definizione in copto data da Champollion. Una è dedicata a Nectanebo I, faraone della XXX dinastia, l’altra è di epoca romana. Il significato di questi edifici è indicato dai rilievi che li decorano, riguardanti le nozze sacre e la nascita del figlio divino, ovvero la fase giovanile degli dei creatori. È chiara anche l’implicazione politica: già alcuni faraoni avevano fatto rappresentare la propria nascita divina ed, in particolar modo, i Tolomei, al fine di venir considerati eredi legittimi dei faraoni loro predecessori, sentirono l’esigenza di legare la propria immagine a quella delle grandi divinità dell’Egitto antico. I rilievi del mammisi di Nactanebo mostrano, tra le altre cose, la dea Hathor condotta dal dio Khum, in forma di cenocefalo, e dalla dea Keket, dalla testa di ranocchia; Khnum che modella sulla ruota da vasaio il fanciullo, futuro re dell’Alto e del Basso Egitto; gli sposi divini seduti sul letto nuziale; Hathor che allatta il figlio. Il mammisi romano fu probabilmente cominciato nell’età di Augusto, ma risale in gran parte all’epoca di Traiano. Comprende una galleria di colonne che circondano una struttura centrale, la quale permetteva alla processione sacra di svolgersi senza essere vista dal pubblico. Un rilievo rappresenta Bes, una divinità dal corpo mostruoso, forse d’origine africana, protettrice delle partorienti; nonostante il suo aspetto grottesco, Bes era anche il dio protettore della musica e della danza.